Da Ivrea presi un gruppo di sistemisti che seguivano le macchine di tipo MPP (Massively Parallel Processing) mentre da Pisa i sistemisti con esperienza Unix su macchine Silicon Graphics, in questo modo creai un team di circa 5-8 tecnici asseconda dei carichi di lavoro.
A questo team, poco dopo, si affiancarono via via personale proveniente da SIP che nel frattempo aveva cambiato nome in Telecom Italia.
A complicare le cose sulla macchina nCube girava un sistema della Oracle per il Content Management, che si occupava dello streaping del contenuto video in modo da garantire alte performance di flussi video, ovviamente un prototipo.
Da considerare che a quel tempo le interfacce ai dischi di tipo SCSI non andavano oltre i 40Mbit, quindi era fondamentale avere un sistema intelligente di distribuzione dei contenuti multimediali per raggiungere le performance richieste da circa 2.000 utenti VoD in contemporanea.
Nel frattempo Telecom aveva individuato nella centrale telefonica di Lanciani a Roma, come miglior sito dove installare i sistemi, che poi avrebbero dato servizio mediante il progetto SOCRATE a circa 1.000 case tra Roma e Milano per il periodo di Field Trial. La centrale in questione era tra quelle già in fase di digitalizzazione, quindi disponeva di sale libere dove installare le apparecchiature.
Ricordo la prima volta che andai con Alberto a fare un sopraluogo alla centrale di Lanciani a via Marliano, una mega gabbia di Faraday vuota, l’accesso era tele-gestito con un sistema a badge di tipo a matrice di magneti.
Quindi forte dell’esperienza fatta in passato in ambito mainframe IBM/Hitachi, organizzai la site preparation (fornitura di energia, condizionamento, pavimento flottante, etc.) e poi incominciai a prendere contatto con le società produttrici di hardware per organizzare insieme alle società di spedizione l’importazione dagli USA.
Il primo problema che riscontrai fu sul sistema nCube, tale macchina ricadeva nelle apparecchiature di interesse militare e quindi soggette e particolari ristrettezze. In effetti all’epoca, 1994, con queste macchine venivano utilizzate solo tre cose: ricerca scientifica e simulazione, calcolo delle traiettorie dei missili intercontinentali, rottura codici.
Non c’era verso di farla partire dagli USA, finché non ci venne in mente xx xxxxxxxx: xx xxxxxxx xx xxxxx xxxxx xxxxxxxxxxxxx x xxxxxxx xxxxx xx xxxxxxx xxx xxxxxxxx xxxxxxxx. xx xxxxx, xxxxx xx xxxxxx xxxxxxxx xxx xxxx Olivetti xxx xxxxxxxxxx xx xxxxxxxxxxxxxx xx xxxxxxx, xx xxxxxxxxxx xxx xxxx, xx xxxx xx xxxx xxxx xxxx xxxx.
Nell’attesa dell’arrivo delle apparecchiature avevamo terminato le attività di site preparation delle sale che avrebbero poi ospitato le apparecchiature e un piccolo ufficio.
Quindi un bel giorno arrivò alla centrale di Lanciani un bilico sigillato, scortato dal personale xxxxx xxxxxx xxxxxx xx xxxxxx xxxxxx xx xxxxx xxxxxxxxxxxxxx xxxxxxxxx, xxxxx xx xxxxxxxx xx xxxxx x xxxxxxx xxxxxx contenente il sistema nCube xx xxx.
Ma i problemi non erano finiti, nel l’attesa della macchina dagli Stati Uniti, avevamo verificato insieme al trasportatore che per far entrare gli imballi nella centrale telefonica, era necessario abbattere una finestra al primo piano, con annessa inferriata. Quindi una volta poggiati sul piano stradale con un braccio meccanico avremmo dovuto portare a 6 metri di altezza gli imballi per poi farli entrare dalla finestra.
E così facemmo all’arrivo del bilico, che ovviamente blocco il traffico per una intera giornata.
Giunte le macchine in centrale telefonica, si costituì il team Olivetti di tecnici provenienti da Ivrea preposti per l’installazione fisica, come anche venne fissata una riunione congiunta tra Telecom, Bell Atlantic che nel frattempo aveva inviato dagli USA un capo progetto di origine indiana e me per l’allineamento settimanale del progetto.
Lo stato di avanzamento dei lavori doveva rispettare una tempistica ben precisa, in quanto Bell Atlantic era impegnata con i suoi progettisti allo sviluppo e test del sistema in USA. A me avevano dato il compito di attivare tutto il sistema di “pompaggio video” in sei mesi.
Si era creato un ottimo gruppo, costituito tra il team Olivetti e Telecom, in grado di risolvere problematiche dalle più disparate, interessante è stato anche lo scambio culturale con i vari “personaggi” provenienti dalle aziende americane coinvolte nel progetto.
Al terzo mese diedi una brutta notizia all’indiano, tra l’altro molto in gamba, noi avevamo già terminato con tre mesi d anticipo e quindi attendavamo nuove istruzioni sul da farsi.
Assistei alla telefonata in cui lui con difficoltà cercò di spiegare al suo capo di oltre oceano, che in Italia avevamo già terminato, ed eravamo pronti per i primi test operativi, con lo stesso imbarazzo ha dovuto spiegare a Telecom che non era possibile in quanto il software non era ancora pronto.
Dietro a questo, c’era anche l’obiettivo di stabilire un primato, cioè essere il primo sistema VoD funzionante al mondo, gli americani ovviamente volevano che fosse raggiunto prima in USA.
In attesa, cercammo di impegnare il tempo in altre problematiche, Telecom riscontrò una incompatibilità sui filtri di linea nei modem ADSL, tanto che vennero dei tecnici dall’estero muniti di saldatore per sostituire un migliaio di induttanze, mentre noi ci focalizzammo sulla compressione video MPEG II.
Il sistema dove “pompare” files in formato MPEG II quindi andammo a reperire sul mercato un sistema di compressione video che da nastro betacam li portasse su file.
Alla fine scegliemmo un sistema compressione video software a due passaggi, usando un trucchetto con un transport stream MPEG I e una compressione a MPEG II, il tutto doveva essere impacchettato in un flusso di 1.2Mbit.
Il trucco di utilizzare il transport stream MPEG I che risultava molto più leggero del 2, ci permetteva di recuperare quella manciata di bit che consentivano una buona qualità video ed un flusso all’interno dei parametri previsti.
Mettemmo in piedi un ciclo produttivo di compressione video completo di Quality Control, Telecom ci forniva i betacam che contenevano i films, i quali venivano settimanalmente spediti a Ivrea per essere processati.
Dopo qualche giorno ci tornavano accompagnati da una cassetta magnetica contenente il film in formato MPEG, che a sua volta veniva caricata sul sistema nCube, quindi iniziammo a comprimere films.
Arrivò quindi il momento di caricare sui sistemi Italiani la piattaforma Stargazer ™ di Bell Atlantic completata e testata in USA, che in Italia prendeva il nome di Video Magic, subito dopo iniziarono i primi test di funzionamento.
Telecom aveva già identificato e cablato alcune case “amiche” su cui iniziare un periodo di Field Trial, quindi definita anche la data ufficiale di inizio dei test casalinghi.
A metà del 1995 il periodo di Field Trial termina per poi passare al successivo periodo di Market Trial, di conseguenza viene conclusa anche l’attività del Team Olivetti che viene sciolto.
Io lascio Ing. C. Olivetti & C. nel giugno del 1995, per poi essere assunto i primi giorni di luglio in Stream spa.
Chi c’era in quel periodo, gli Streamers come ci piaceva farci chiamare, sa di aver fatto qualcosa che era fuori del normale e che avrebbe posto le basi per qualcosa di nuovo.