Nuove metodologie e nuovi contratti di lavoro
Prendo spunto da questo articolo “La nuova normalità: For Working: il lavoro senza orari, uffici e reperibilità su Linkiesta del 2 luglio”, per esprimere una mia perplessità: vedo sempre più spesso parlare di smartworking e/o di nuove forme di lavoro, ma alla base noto sempre come ci sia un pezzo mancante nella discussione
Prendiamo quest’ultimo “F.O.R. Working” che un acronimo di Flessibilità, Obiettivi e Risultati che detta così sembrerebbe un notevole passo in avanti nel concetto di lavoro, ma chi insegna a lavorare ad obiettivi ed ottenere risultati ed essere flessibili allo stesso tempo?
Cioè in poche parole noto come si è alla ricerca di metodologie e/o strumenti ma non si considera per niente la necessità di un cambio culturale profondo dell’azienda stessa
Chi spiega ai neo laureati delle più blasonate università che nel nuovo modo di lavorare molto probabilmente non avranno nessuno da “comandare alla vecchia maniera” e che i gruppi di lavoro a cui faranno parte saranno temporanei in base ai carichi di lavoro e che sarà un’applicazione a decidere chi e come farne parte?
Attenzione non parlo dell’Agile e DevOps, quelle le do già per default ed acquisite
Credo che più di andare a cercare nuove esoteriche soluzioni di modalità lavorativo o di contratto, è urgente e necessario lavorare sul cambiamento, gli strumenti e le metodologie già ci sono OKR in primis, cioè gradualmente incominciare a far lavorare le persone ad obiettivi e facendo capire loro che in tal modo possono gestire la loro flessibilità quindi raggiungere gli obiettivi prefissati
Mentre per le università, oltre che una formazione STEM, è necessario incominciare a parlare sulle varie metodologie di lavoro e di come si lavorerà nell’azienda
Ritornando a bomba sull’articolo in questione, non vorrei che si stia realizzando il tetto quando ancora non sono state fatte le fondamenta